Analizzando la roadmap Intel possiamo evincere interessanti dettagli su questo SSD. Disponibile in tagli di 400, 200 e 100 GB, sarà prodotto con tecnologia a 25nm MLC-HET e utilizzerà un'interfaccia Sata 3Gb/s. Non conosciamo bene i dettagli di questa tecnologia ma, viste le numerose preoccupazioni per la durabilità dei nuovi SSD a 25nm, possiamo immaginare che l'MLC-HET (Multi-Level Cell - High End Technogy), possa migliorare in qualche modo la durabilità delle celle.
Finora per combattere la minore longevità delle celle a 25nm, i produttori di SSD hanno aumentato lo spazio destinato all'overprovisioning, ovvero quello spazio destinato a rimpiazzare le celle non più funzionanti. Altre strategie sono state implementate a livello di controller e firmware, come ad esempio la tecnologia DuraWrite di SandForce, e sono volte a minimizzare le scritture su disco e in particolar modo sulla stessa cella.
Dal momento che gli Intel 710 saranno destinati al mercato high end, c'è da aspettarsi una struttura migliorata delle celle di memoria, anche a patto di costi di produzione maggiori. D'altra parte uno dei punti di forza su cui punta Intel è proprio l'affidabilità dei suoi SSD.
Infine, sempre analizzando la roadmap, emergono due proposte a 34nm. La prima sarà il modello di punta di Intel e rappresenta una soluzione montata su scheda PCI-Express. Gli Intel SSD Ramsdale si propongono di conquistare quella fascia di mercato finora esclusivo appannaggio degli OCZ Revodrive.
Altra interessante soluzione è rappresentata dai modelli 3xx Larsen Creek. Prodotti in tagli di piccole capacità (20GB) saranno destinati ad un utilizzo come cache di HDD tradizionali a piatti magnetici. Saranno particolarmente adatti per quelle piattaforme che implementano la tecnologia SSD caching, come le nuove schede madri con chipset Intel Z68. Grazie all'SSD caching sarà possibile migliorare notevolmente le prestazioni degli HDD tradizionali, semplicemente memorizzando nell'SSD i dati acceduti più frequentemente. Sarà un modo per velocizzare il sistema operativo, senza dover spendere molto per un "vero" SSD. Facciamo notare la scelta di utilizzare un processo produttivo a 34nm, più costoso, ma più resistente alle frequenti letture e scritture richieste ad un SSD utilizzato come cache.
Leonardo Angelini